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6 video che ti aiuteranno a comunicare bene (dentro e fuori la rete)

Comunicare bene è un’operazione complessa in cui entrano in gioco tantissime variabili diverse: la conoscenza della lingua, la capacità di ascolto, il talento della concisione e molto altro.
Saper comunicare bene è il risultato di un esercizio continuo di miglioramento. Un impegno a cui non puoi sottrarti, se hai un ruolo pubblico come professionista, come ente o come azienda.
In questi video troverai molti spunti utili. Tocca a te, ora, il compito di farli fruttare.

Sommario

1) Prove di ascolto: 7 allenamenti per ascoltare in modo efficace | Alessandro Lucchini

Ogni buona comunicazione inizia con l’ascolto.
Alessandro Lucchini parte da una considerazione nota: se abbiamo due orecchie e una sola bocca è perché dobbiamo ascoltare più di quanto parliamo.

Nel video “Prove di ascolto: 7 allenamenti per ascoltare in modo efficace” la parola ASCOLTO diventa allora l’acronimo per ricavare sette parole e 7 suggerimenti che possiamo mettere facilmente in pratica per imparare ad ascoltare in modo attivo.

A. Ascoltiamo per ascoltare e non per rispondere o giudicare.
S. Sono solo parole? Ascoltiamo tanto altro: suoni e toni, ritmo, silenzi.
C. Certe parole. Di tante parole con tanta ambiguità cerchiamo e usiamo le parole che danno enfasi e curiamole.
O. O la nostra rappresentazione? Siamo consapevoli che tutto ciò che ascoltiamo passa attraverso la nostra percezione? Realtà, rappresentazione linguistica, rappresentazione mentale.
L. Logica. Ascoltiamo le strutture e le sequenze logiche. Le strutture cambiano la percezione e sono il significato che le persone danno alle parole che mettono in fila.
T. Tra le parole. Non tutto quello che possiamo ascoltare è nelle parole, spesso è tra loro.
O. Once upon a time. C’era una volta. Habia una vez. La favola tra il presente e il passato e il saper muoversi tra passato e futuro è il cuore della narrazione. Ascoltiamo con amore.

2) 10 modi per avere una conversazione migliore | Celeste Headlee

Capacità d’ascolto, chiarezza, essenzialità, equilibrio ed “esserci”. Nel video “10 modi per avere una conversazione migliore” la giornalista Celeste Headlee parte da questi pilastri per suggerirci dieci modi utili per avere un buon dialogo, coerente e posato.

Perché una conversazione proficua richiede equilibrio tra il parlare e l’ascoltare, un equilibro che abbiamo perso, impegnati tra e-mail, messaggistica istantanea e social.

Questi, in breve, sono i dieci punti elencati dalla giornalista e su cui ti devi concentrare, per imparare a comunicare bene:

1) Mentre ascoltiamo, non facciamo altro, non distraiamoci
2) Non pontifichiamo, partiamo dall’idea che si può sempre imparare qualcosa
3) Usiamo domande aperte
4) Seguiamo il flusso della conversazione
5) Se non sappiamo, diciamo di non sapere
6) Non mettiamo sullo stesso piano la nostra esperienza con quella degli altri
7) Non siamo ripetitivi
8) Non perdiamoci in dettagli poco importanti
9) Ascoltiamo
10) Impegniamoci ad essere brevi

3) Il potere delle parole giuste | Vera Gheno

Nel video “Il potere delle parole giuste” la sociolinguista Vera Gheno offre diversi spunti interessanti per farci riflettere sul valore delle parole e l’importanza di scegliere con cura quelle giuste.

Perché già Noam Chomsky ci aveva ricordato che: “il linguaggio è la caratteristica fondamentale che definisce il nostro essere umani”.

Con le parole rappresentiamo la realtà e noi stessi, le parole uniscono e allontanano, accarezzano o feriscono, convincono o respingono.
Inoltre essere consapevoli del loro potere e saperle usare bene ci permette di partecipare in modo più completo e consapevole alle attività della società in cui viviamo.

Fra i tanti aspetti che caratterizzano il linguaggio, Vera Gheno sottolinea che:
1. Il linguaggio ci rende umani: la lingua ci serve per descrivere la realtà;
2. La lingua ci serve per comunicare: la lingua definisce la nostra tribù;
3. La lingua è un atto di identità: ogni parola che scegliamo, racconta qualcosa di noi.


E allora, come fare allenarsi a comunicare bene? Vera Gheno ci dà questi tre consigli:
1. Coltiviamo il dubbio: Le troppe certezze sono deleterie
2. Riflettiamo: Prendiamoci il tempo di un respiro per capire se stiamo usando le parole giuste
3. Scegliamo il silenzio: se non conosciamo un argomento possiamo scegliere di non dire nulla, per evitare di dire qualcosa di sbagliato

4) La forza della parola | Stefano Bartezzaghi e Ivano Dionigi

Il video “La forza della parola” è il più lungo e articolato fra quelli che ho scelto per riflettere sul tema del linguaggio e per offrirti spunti utili per imparare a comunicare bene.

Invece di riassumere i contenuti, questa volta riporto in modo fedele alcuni brani della chiacchierata fra lo scrittore e semiologo Stefano Bartezzaghi e il latinista Ivano Dionigi.

Ho inserito i tempi, per permetterti di andare subito al punto che desideri, ma, anche in questo caso, ti consiglio di prenderti il tempo per ascoltare tutta la conferenza, perché ricchissima di riflessioni interessanti.

TRASCRIZIONE
• al minuto 00:18
Gorgia (V sec. a. C.): “La parola è un sovrano potente che compie i più grandi miracoli: può spegnere la paura, eliminare la sofferenza, alimentare la gioia, accrescere la compassione”
• al minuto 13:06
I.D. pensiamo al rapporto fra la parola e la politica […] La distinzione che Cicerone fa fra “eloquentissimi homines”, quelli che schierano la sapienza accanto all’eloquenza, e “disertissimi homines”, i demagoghi, abili a parlare, ma che lo fanno senza un’etica.
• al minuto 19’45”
B. Qual è la forza che si oppone alla parola? A me ne sono venute in mente due […] Innanzitutto i fatti. […] E noi vogliamo fatti e non parole, nella polemica spicciola quotidiana, televisiva. I fatti hanno la forza di essere fatti. Il secondo nemico della parola è l’immagine. […] Ma senza la parola, l’immagine non parla.
• al minuto 30:14
I.D. È vero che oggigiorno i ragazzi vivono sotto la signoria delle immagini […] bisognerebbe fare un percorso a ritroso. […] Dietro l’immagine fargli vedere la parola, farli arrivare fino all’etimologia, fargli vedere la storia della parola, la profondità e questo riscuote molto interesse perché sentono un linguaggio a cui non sono abituati, perché loro sperimentano vocaboli, non parole. C’è un retore del terzo secolo, Frontone, che dice, noi dovremmo usare i “verba optima et significantia”, cioè le parole migliori e portatrici di significato. Invece, dice lui, usiamo “verba obvia”, da cui deriva il nostro “ovvio”. Sono ob-via, sono sulla via, ti scelgono loro, ti vengono incontro, non sei tu che le scegli.
• al minuto 41:07
S.B. La parola è una relazione […] è una relazione che si stabilisce nella mente. Noi ci intendiamo perché parliamo la stessa lingua e perché a quella forma fonica, ad esempio “orologio”, abbiniamo lo stesso significato. Se ripetiamo tanto una parola, questa perde di significato.
Aggiungiamo che le parole non sono solo la relazione che c’è nella nostra testa fra un suono e il significato che diamo a quel suono, ma sono anche lo strumento che ci permette di metterci in relazione con gli altri. Ma perché questo succeda, bisogna accordarsi sul significato delle parole e questo è più difficile da fare di quanto sembri. C’è un esempio pratico evidentissimo: pronunciate in un gruppo il nome di una squadra di calcio. Vedrete che i tifosi di quella squadra sorrideranno, perché quella parola la mettono in relazione con qualcosa che a loro piace, mentre gli altri avranno reazioni di stizza o fastidio, perché la mettono in relazione con qualcosa che a loro non piace.

5) Le 7 regole per vivere online | Rudy Bandiera

Con il video “Le 7 regole per vivere online” ci spostiamo dai temi più generali del linguaggio e della comunicazione interpersonale a quello della comunicazione on line, per rispondere alla domanda: “come comunicare bene in rete?”.

Secondo il blogger Rudy Bandiera oggi non andiamo online, siamo online sempre, ma non abbiamo strutture interpretative e regole educative comuni che ci aiutino a decidere come comunicare bene.
Disinibizione è la parola che descrive meglio la comunicazione online, come è evidente nelle discussioni senza controllo che leggiamo online, ma che si riflettono inevitabilmente anche nella vita offline.
Questo mondo nuovo, online e offline, definito onlife, ha bisogno di regole nuove di comunicazione. Ecco allor 7 regole che partono da un assioma: ascoltiamo tutti, ma solo tutti quelli che non ci giudicano come individui senza conoscerci:

1. Il mezzo è il contenuto. Siamo quello che comunichiamo.
2. Vincere sempre non è essere vincenti ma arroganti.
3. Rimanere lucidi e concentrati su chi si ha “di fronte”.
4. Non calpestare B per andare da A a C. Non è solo il risultato che rende bravi, è il percorso che ti ha portato al risultato che fa essere bravi.
5. Non siamo obbligati a partecipare a tutte le discussioni. Ascoltiamo.
6. Abbiamo una responsabilità verso tutti. Online è pubblico e siamo responsabili del contenuto.
7. Siamo sempre in pubblico anche quando siamo in privato. Le comunicazioni private spesso vengono rese pubbliche.

Sul web come nella vita diamo valore e chiediamo valore.

6) From Bello to Biutiful | Annamaria Testa

Il TED Talk di Annamaria Testa “From Bello to Biutiful” è un atto d’amore verso la lingua italiana.

Per capirlo basta l’incipit del suo intervento: “Le parole sono importanti, ci mettono in relazione, danno forma al nostro pensiero. Le parole della nostra lingua sono straordinarie, sono sonore, ricche, sono piene di storia, di vibrazioni, di emozione…”

Attraverso decine di esempi, Annamaria Testa ci mostra l’inutilità (e a volte l’assurdità) di utilizzare parole inglesi e ci invita a ripartire dal loro significato per comunicare bene.

Ma allora, perché usiamo l’inglese? “Per pigrizia, per distrazione, per conformismo, perché ci sembra moderno, perché siamo provinciali” ci dice Annamaria Testa.

Però vale la pena impegnarci a valorizzare l’italiano, perché, dice ancora Annamaria Testa, “da sempre la struttura, la forma, l’iridescenza della lingua italiana ci aiutano ad esprimere la nostra creatività”.

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